Il 25 aprile in Italia è la Festa della Liberazione, una giornata per ricordare la fine della dominazione fascista e nazista nel nostro Paese. Si tratta di un giorno festivo, nel quale vengono organizzate tantissime manifestazioni e numerosi eventi per non dimenticare. A scuola e a casa possiamo imparare tante belle e struggenti poesie per il 25 aprile, dedicate alla Festa della Liberazione.
25 aprile, poesie sulla Liberazione
Partigia di Primo Levi
Dove siete, partigia di tutte le valli,
Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse?
Molti dormono in tombe decorose,
quelli che restano hanno i capelli bianchi
e raccontano ai figli dei figli come,
al tempo remoto delle certezze,
hanno rotto l’assedio dei tedeschi
là dove adesso sale la seggiovia”.
25 aprile di Italo Calvino
Forse non farò
cose importanti,
ma la storia
è fatta di piccoli gesti anonimi,
forse domani morirò,
magari prima
di quel tedesco,
ma tutte le cose che farò
prima di morire
e la mia morte stessa
saranno pezzetti di storia,
e tutti i pensieri
che sto facendo adesso
influiscono
sulla mia storia di domani,
sulla storia di domani
del genere umano.
Per i morti della resistenza di Giuseppe Ungaretti
Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.
Tu non sai le colline di Cesare Pavese
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
Tutti quanti gettammo
l’arme e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
e il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.
25 aprile, poesie per bambini
Viva la libertà di Gianni Rodari
Viva la primavera
che viaggia liberamente
di frontiera in frontiera
senza passaporto,
con un seguito di primule,
mughetti e ciclamini
che attraversando i confini
cambiano nome come
passeggeri clandestini.
Tutti i fiori del mondo son fratelli.
La madre del partigiano di Gianni Rodari
Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.
Filastrocca libera di Bruno Tognolini
Libero, libera, liberi tutti
Libero l’albero e libero il seme
Liberi i belli di essere brutti
Le volpi furbe di essere sceme
Il fiume libero d’essere mare
Il mare libero dall’orizzonte
Libero il vento se vuole soffiare
Liberi noi di sentircelo in fronte
Libero tu di essere te
Libero io di essere me
Liberi i piccoli di essere grandi
Liberi i fiori di essere frutti
Libero, libera, liberi tutti.