La parola Rage Bait (spesso scritta anche come rage-bait) è stata in realtà scelta come Parola dell'Anno 2025 dall'Oxford University Press (OUP).
Significato
Il termine si traduce letteralmente come "esca per la rabbia" o "innesco di rabbia". Il Rage Bait è una tecnica utilizzata nel linguaggio della rete e sui social media per definire un contenuto online (articolo, video, post, commento, ecc.) creato intenzionalmente per irritare, provocare, offendere o scandalizzare l'utente.
Lo scopo primario non è informare o intrattenere, ma suscitare un sentimento di sdegno, indignazione o furia nelle persone. Lo scopo finale è monetizzare o aumentare la visibilità del contenuto o del profilo. La rabbia, essendo un'emozione forte, spinge gli utenti a lasciare commenti, a condividere il contenuto (anche solo per criticarlo) e a interagire, generando così traffico (visite e interazioni) sulla pagina. Questo meccanismo è particolarmente redditizio grazie agli algoritmi dei social media che tendono a premiare i contenuti che generano forte engagement (coinvolgimento).
Origine
Rage Bait è una declinazione del più noto Click Bait o clickbait. Mentre il clickbait usa un titolo o un'immagine ingannevole per indurre l'utente a fare clic (ottenere un "clic"), il rage bait usa la provocazione emotiva per ottenere una reazione di rabbia (ottenere un "commento furioso" o una "condivisione indignata").
L'uso costante di contenuti che inducono rabbia è considerato una "fragilità strutturale del nostro tempo". Può portare a reazioni impulsive invece di soluzioni e accentua la polarizzazione politica e sociale.
In sintesi, se un contenuto online ti fa provare un intenso senso di rabbia o furia, è molto probabile che tu sia stato vittima di un Rage Bait.