Secondo uno studio dell’Ohio State University, le coppie più a rischio di divorzio sono quelle che durante i litigi fanno registrare i maggiori livelli di Acth. Emanuele Bosi, responsabile dell’unità di Endocrinologia e Diabetologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, afferma che nel sangue sono presenti veri e propri indicatori dello stato emotivo di una persona. Sono cortisolo e adrenalina, ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali che, in situazioni di emergenza, determinano aumento dell’attività cardiovascolare e consumo delle riserve energetiche: in altri termini aggressività. Una reazione istintivamente messa in atto dai nostri antenati, quando si trovavano di fronte ad un predatore, che attivava riflessi ed energie per la difesa o la fuga. Ma oggi, ad alterare la secrezione degli ormoni dello stress, sono sempre più gli stimoli della sfera psichica. Dispiaceri, delusioni, ansia, paura, rabbia sono i “predatori” da cui ci sentiamo minacciati nella vita quotidiana.
Ad ogni coppia di novelli sposi, delle 90 su cui è stato condotto lo studio, è stato chiesto di discutere un aspetto del rapporto ritenuto “cruciale” , e di trovare una soluzione nel tempo massimo di mezz’ora. Contemporaneamente è stato monitorato il livello di adrenalina e di Acth presenti i circolazione. A distanza di dieci anni si è riscontrato che, a separarsi, erano state le coppie che durante i loro diverbi avevano fatto registrare i livelli massimi, nelle donne addirittura il doppio, di ormoni dello stress. Inoltre l’alterazione dei livelli ormonali persisteva anche dopo il termine dello scontro verbale, a conferma dell’ipotesi della “sensibilizzazione” allo stress, secondo la quale stimoli ripetuti o prolungati nel tempo porterebbero ad una rezione amplificata. Per cui anche la sola presenza del partner sarebbe sufficiente ad innescare nell’organismo uno stato di allerta. Ma non è tutto.
Il sistema endocrino, quello nervoso e quello immunitario, aggiunge Bosi, paiono strettamente correlati, tanto che un’alterazione di uno di essi può avere ripercussioni sugli altri innescando una risposta complessiva. Un forte dolore fisico o un profondo dispiacere possono, se non si gestisce bene lo stress conseguente, causare un abbassamento delle difese immunitarie. Ne deriva che chi ha una vita coniugale agitata da frequenti litigi, è anche più esposto al rischio di malattie. La conferma? Da un’indagine condotta dalla dottoressa Sharon Gaskill, su un campione di 1887 americani di razza bianca, è emerso che lo stress derivante da un’unione matrimoniale poco felice, può aumentare il rischio d’insorgenza del diabete di tipo 2. Al termine di un periodo di 7- 8 anni di osservazione, nel gruppo che aveva dichiarato di vivere il matrimonio come fonte di stress, si è riscontrata un’incidenza di diabete di tipo 2 con valore doppio rispetto al gruppo di mariti che vivevano un matrimonio sereno.
Inoltre, da un atro studio condotto sempre nell’ambito dell’Ohio State University, è risultato che le donne sarebbero, proprio in virtù della maggiore sensibilità emotiva, dei veri e propri “indicatori” del clima famigliare e , come tali, portate a farsi espressione del disagio di coppia. Quindi, il consiglio che arriva dall’America è questo: prima di sposarti, vai con il tuo partner ad effettuare una romantica analisi del sangue. Ti consentirà di conoscere su che fondamenta stai avviando la costruzione di un fututo insieme a lui. A te la scelta se sorridere o… preoccuparti.