Sandokan è uno dei personaggi tra i più iconici dell’immaginario televisivo italiano. Nato dalla penna di Emilio Salgari, il pirata della Malesia ha attraversato generazioni, diventando simbolo di ribellione, avventura e fascino esotico. Due volti, più di altri, hanno dato corpo e voce alla Tigre di Mompracem: Kabir Bedi negli anni Settanta e Can Yaman nella recente rilettura televisiva del 2025.
Confrontarli significa riflettere su epoche diverse della televisione, due modi di intendere il racconto e il carisma. Vediamo insieme le differenze tra le due versioni.
Il Sandokan di Kabir Bedi
Kabir Bedi ha incarnato Sandokan nel celebre sceneggiato Rai del 1976. La sua interpretazione è rimasta impressa nella memoria collettiva grazie a una presenza scenica imponente, uno sguardo magnetico e un portamento quasi regale. Il suo Sandokan appariva fiero, solenne, guidato da un senso dell’onore che rifletteva fedelmente lo spirito del romanzo ottocentesco. La serie puntava molto sull’atmosfera epica e su un ritmo narrativo misurato, capace di lasciare spazio ai dialoghi e ai silenzi.
Il Sandokan di Can Yaman
Can Yaman, protagonista della nuova produzione internazionale, porta sullo schermo un Sandokan diverso, più vicino alla sensibilità contemporanea. Il suo personaggio mostra una fisicità accentuata, un’intensità emotiva più diretta e una maggiore attenzione ai conflitti interiori. Questa versione mette al centro l’uomo prima del mito, con fragilità e passioni evidenti. Il linguaggio visivo risulta più dinamico e il racconto segue tempi rapidi, in linea con le abitudini del pubblico attuale.
Il confronto
Il confronto tra i due attori non riguarda soltanto il talento personale, ma anche il contesto storico e culturale. Kabir Bedi ha dato forma a un Sandokan che rappresentava un’idea classica di eroe, quasi senza tempo. Can Yaman interpreta lo stesso personaggio attraverso una chiave moderna, più emotiva e diretta, pensata per una platea globale.
Stabilire chi sia il migliore risulta difficile, forse inutile. Kabir Bedi resta il Sandokan originale, quello che ha fatto innamorare milioni di spettatori. Can Yaman offre una lettura nuova, capace di dialogare con il presente. Due interpretazioni diverse, entrambe legate al loro tempo, che dimostrano quanto Sandokan continui a vivere nel nostro immaginario e a trasformarsi senza perdere il suo fascino.