Le persone allergiche ai pollini sono davvero tante. Le allergie possono manifestarsi a ogni età e cambiare nel corso della vita di ogni individuo. Spesso ci si chiede se chi vive in città soffra di più di allergia rispetto a chi, invece, magari vive in campagna, in montagna o in riva al mare. Secondo gli scienziati, nonostante i pollini siano maggiormente presenti in campagna, i "cittadini" sono più soggetti a ricevere una diagnosi di allergia.
Le allergie ai pollini sono più frequenti tra chi vive in città rispetto a chi risiede, invece, in campagna. Chi abita fuori dai centri urbani, infatti, nonostante sia maggiormente esposto ai pollini avrebbe un sistema immunitario "abituato" a questo tipo di allergene. Vivendo in zone con meno inquinamento, inoltre, la predisposizione alle allergie sarebbe minore, perché lo smog sovraccarica la potenza allergenica di questa sostanza.
Il rischio di allergenicità molto alto che si registra nelle città è dovuto a diversi fattori oltre all'inquinamento atmosferico: sicuramente lo smog, provocato dal traffico, dalle industrie e dai riscaldamenti domestici, gioca un ruolo fondamentale, trasportando le proteine del polline nell'apparato circolatorio e causando reazioni allergiche anche molto forti. Tra gli altri fattori ricordiamo:
- l'effetto serra, soprattutto nelle cosiddette isole di calore, dove la pollinazione è più lunga e più corposa rispetto a quella che si può registrare tra gli alberi in campagna;
- la scarsa biodiversità, con alberi tutti della stessa specie e spesso tutti allergenici;
- l'abitudine di introdurre specie ornamentali esotiche provoca nuove vie di sensibilizzazione che il nostro sistema immunitario non riconosce;
- le specie invasive introdotte nelle città che producono pollini ai quali il nostro organismo non è in grado di rispondere, perché sconosciuti;
- la scarsa manutenzione del verde che porta alla diffusione invasiva e non controllata di specie vegetali che potenzialmente aumentano di molto il rischio di causare allergie.